Mammiferi

CLASSE | MAMMALIA

Nel Parco Adamello è presente tutta la fauna alpina compreso l’orso (Ursus arctos) che da qualche anno ormai interessa con la sua presenza anche i territori del nostro Parco. Al momento non si hanno indicazioni certe sulle aree di svernamento, ma in diverse zone e in diversi periodi la presenza di questo splendido animale è data ormai per assodata. È comunque in atto un progetto di monitoraggio di orso (Ursus arctos) e lupo (Canis lupus) per meglio comprendere le dinamiche di ripopolamento sul territorio da parte di queste specie.
In corrispondenza dei fondovalle e nei boschi di latifoglie e conifere vivono alcuni tra i più noti rappresentanti della famiglia dei Mustelidi: il tasso (Meles meles), elusivo carnivoro dalle abitudini notturne che predilige ambienti boscosi, soleggiati e cespugliati a margine dei coltivi, la faina (Martes foina), diffusa in prossimità dei coltivi e degli incolti, la martora (Martes martes), specie arboricola legata alla foresta matura e la donnola (Mustela nivalis), presente nei boschi dell’orizzonte montano in Val Paghera di Ceto, conca del Lago d’Arno, piana del Gaver.

Il riccio (Erinaceus europaeus), specie insettivora, è ampiamente diffuso dal piano basale fino a 1500 metri circa di quota, nei boschi di latifoglie frammisti a radure e al margine dei seminativi.

Fra i Roditori arboricoli è facile avvistare lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), che predilige i boschi di latifoglie e conifere dai 500 ai 2000 metri di quota, mentre il ghiro (Glis glis), seppur legato alle foreste mature di caducifoglie, può essere avvistato anche in prossimità dei fienili.
La volpe (Vulpes vulpes), specie ubiquitaria, predilige ambienti selvaggi ricchi di copertura vegetale, anfratti cespugliati e rocce che le permettono di stabilirvi le tane, dai 500 fino ai 2000 metri di quota. Le foreste miste a radure dell’orizzonte submontano e montano sono frequentate, rispettivamente, dal toporagno (Sorex araneus) e dal toporagno alpino (Sorex alpinus).

Tra i 500 e i 1800 metri, in ampie radure al margine delle foreste miste di latifoglie e conifere e nelle peccete non chiuse vive il cervo (Cervus elaphus), regale Ungulato appartenente alla famiglia dei Cervidi.
Lo stesso habitat, seppure provvisto di un ricco sottobosco cespugliato, è occupato dal capriolo (Capreolus capreolus), aggraziato cervide dalle abitudini elusive.

Tra i Lagomorfi la lepre comune (Lepus europaeus) è distribuita uniformemente tra i fondovalle e i 1500 metri di quota, in prossimità degli incolti e dei boschi di latifoglie ricchi di radure. 

In corrispondenza del piano culminale, nelle praterie alpine e nelle pietraie vivono la lepre variabile (Lepus timidus), l’ermellino (Mustela erminea) e la marmotta (Marmota marmota), grosso Roditore diffuso, nel Parco, tra i 1800 e i 2800 metri di altitudine. L’organizzazione sociale di questa specie prevede che un componente della colonia funga da sentinella e segnali la presenza di potenziali nemici attraverso l’emissione di un fischio stridulo. L’arvicola delle nevi (Microtus nivalis) è un piccolo Roditore che vive in tane scavate nel terreno nell’orizzonte subalpino ed alpino.

Oltre il limite della vegetazione arborea è possibile osservare il camoscio (Rupicapra rupicapra) e lo stambecco (Capra ibex), eleganti Ungulati appartenenti alla famiglia dei Bovidi, che prediligono le rocce più impervie e scoscese del Parco. Il camoscio, animale dalle abitudini gregarie, si differenzia dallo stambecco, oltre che per le dimensioni ridotte e per la presenza, in entrambi i sessi, di piccole corna ripiegate ad uncino, per la maggiore elusività.


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