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ClimADA: il ghiacciaio dell'Adamello scomparirà entro la fine del secolo

ClimADA: il ghiacciaio dell'Adamello scomparirà entro la fine del secolo

L’allarme è frutto del progetto ClimADA, che ha permesso non solo di ricostruire la storia del ghiacciaio e dei suoi cambiamenti nell’ultimo millennio, ma anche di prevedere la sua dinamica nei prossimi decenni a seguito degli impatti attesi del cambiamento climatico in atto

Brescia, 12 marzo 2024 - Il ghiacciaio dell’Adamello, il più grande, profondo ed esteso in Italia, scomparirà quasi sicuramente entro la fine del secolo per effetto del riscaldamento globale, con le ipotesi più papabili fissate attorno al 2080. La diminuita nevosità invernale, infatti, si somma all’effetto dell’aumento delle temperature e porta a una sentenza con speranze di appello quasi nulle.

È quanto emerge da due anni di studio e analisi del progetto ClimADA, che ha permesso non solo di ricostruire la storia del ghiacciaio e dei suoi cambiamenti nell’ultimo millennio, ma anche di prevedere la sua dinamica nei prossimi decenni a seguito degli impatti attesi del cambiamento climatico in atto.

Gli esiti sono stati presentati questa mattina al convegno finale “ClimADA – Il ghiacciaio dell’Adamello nell’epoca del cambiamento climatico” che si è svolto a Brescia, presso il Collegio Universitario di Merito Luigi Lucchini.


Il progetto ClimADA è come un termometro che misura il livello di salute climatica non solo del ghiacciaio dell’Adamello ma più in generale dei nostri territori, che ha fatto suonare un non rinviabile campanello di allarme. Proprio per questo, Fondazione Cariplo prosegue e rafforza il proprio impegno sul cambiamento climatico attraverso il progetto F2C – Fondazione Cariplo per il Clima e la Call Strategia Clima, la cui nuova edizione avrà come scadenza il prossimo 23 aprile.

Elena Jachia, Direttrice Area Ambiente di Fondazione Cariplo

Regione Lombardia ha sostenuto questo progetto facendo rete con realtà istituzionali e accademiche per avere dati scientifici certificati. Siamo impegnati non solo nella sensibilizzazione, ma anche in azioni concrete e condivise sia con i territori confinanti che con un network internazionale di regioni, la Under2 Coalition, che condividono le politiche volte a limitare le potenziali conseguenze del cambiamento climatico. Grazie al lavoro di Arpa effettuiamo 20 misure glaciologiche ogni anno per rilevare variazioni di volume dei ghiacciai.

GIORGIO MAIONE, assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia

Il ghiacciaio dell’Adamello rappresenta uno dei più potenti archivi della storia climatica, ambientale e umana delle Alpi Italiane e in particolare della Lombardia. I risultati sono drammaticamente sorprendenti, in particolare per l’accelerazione degli effetti del cambiamento climatico in atto nelle nostre Alpi. Ci auguriamo e c’impegniamo in prima persona perché si possa continuare questa imponente opera di studio, anche per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sulle delicate tematiche del cambiamento climatico.

Fabrizio Piccarolo, Direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente, ente che ha coordinato il progetto ClimADA

Lo studio della carota di ghiaccio

Fino a oggi si pensava che i ghiacciai temperati come l’Adamello non riuscissero a conservare informazioni climatiche e ambientali in modo da permettere una ricostruzione affidabile. Il progetto ClimADA ha invece dimostrato che questi ghiacciai, e in particolare proprio quello dell’Adamello, sono capaci di archiviare dati importanti sugli aspetti del clima e dell’ambiente alpino.

La carota di ghiaccio di ADA270, estratta con la perforazione del ghiacciaio del 2021, è stata analizzata all’EuroCold LAB dell’Università di Milano-Bicocca, ed è stata datata utilizzando un modello età/profondità appositamente costruito per i ghiacciai temperati. Tutti i 224 metri di ghiaccio sono rappresentativi di circa 2.000 anni della storia climatica e ambientale dell’area delle Alpi Centrali, dall’epoca di Cristo ai tempi nostri.

È stato misurato, sempre al laboratorio EuroCold e in collaborazione con INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare il livello Cesio rilasciato durante l’incidente di Chernobyl a circa 2 metri di profondità nella carota di ghiaccio. Probabilmente oggi, viste le perdite di massa subita dal ghiacciaio negli ultimi 2 anni, sono strati di ghiaccio in fusione. Allo stesso tempo, il livello di Trizio (idrogeno radioattivo) del 1963, causato dalle esplosioni termonucleari in atmosfera, è attualmente a poco più di 22,5 metri di profondità, invece dei 30 metri rilevati nel 2016.

È stata inoltre effettuata una registrazione dettagliata degli eventi di trasporto delle polveri fini atmosferiche nell’area delle Alpi Centrali. Queste polveri fini hanno un effetto importante di tipo climatico, in quanto antagoniste dei gas serra (raffreddano invece che riscaldare) e di tipo ambientale, in quanto depositate su ghiaccio e neve aumentano la quantità di energia che i ghiacciai e le aree innevate assorbono (maggiore fusione).

La collaborazione con Paul Scherrer Institut ha permesso di misurare - presso il laboratorio svizzero - gli isotopi stabili dell’ossigeno, fortemente legati alla temperatura delle masse d’aria da cui si generano le nevicate, e i black carbon, la componente di carbonio elementare che deriva dalla combustione industriale e civile. Sono importanti registrazioni che permettono di comprendere il livello di impatto che le aree urbane hanno sull’area alpina.

Ancora sull’Adamello è stata combattuta una parte importante della Guerra Bianca durante la Prima Guerra Mondiale. Le azioni militari tra il Regno d’Italia e l'Impero Austro Ungarico hanno lasciato tracce sia sulle vette che sul ghiacciaio stesso. La presenza di uomini e animali, le attività di trinceramento e di bombardamento, allo stesso modo le attività di logistica e di trasporto di materiali e munizioni sono stati osservati e misurati in una serie di livelli all'interno della carota di ghiaccio. Pollini e materiali vegetali, spore e funghi, frammenti di vario tipo, tipici della presenza di soldati, di muli e di cani usati per il trasporto dei materiali sono tra i materiali che sono stati osservati all’interno del ghiaccio a oltre 65 metri di profondità. 


La misurazione in fibra ottica del ghiacciaio

Nell’ambito del progetto ClimADA, il team del Politecnico di Milano e della sua start up Cohaerentia, con il supporto della società Land & Cogeo, ha svolto attività di monitoraggio del ghiacciaio dell’Adamello, in cui a fine primavera del 2021 erano stati installati diversi cavi sensore a fibra ottica all’interno della perforazione realizzata presso il Pian di Neve. Tale monitoraggio si è avvalso dell’innovativo sistema di misura che permette la ricostruzione dei profili verticali di temperatura e deformazione fino a una profondità di 170 metri, con una risoluzione spaziale di un metro, attraverso la tecnica chiamata Brillouin Optical Time Domain Analysis (BOTDA).

La sperimentazione effettuata in ClimADA rappresenta la prima installazione realizzata in un ghiacciaio alpino di un sistema di monitoraggio in grado di quantificare profili distribuiti continui di temperatura e deformazione lungo tutta la perforazione. I dati forniti dai sensori a fibra ottica sono stati finora di grande importanza per comprendere come si muove l’intera massa del ghiacciaio e per essere inseriti in un modello termo-fluidodinamico ad elementi finiti, sviluppato dalla squadra dell’Università di Brescia per predire la futura evoluzione del ghiacciaio dell’Adamello.

Le misurazioni indicano una temperatura di poco inferiore a 0° C anche a elevate profondità del ghiacciaio, specialmente durante il periodo estivo, confermando la tendenza all’aumento del tasso di fusione del ghiacciaio dell’Adamello. Relativamente alle misure di deformazione, il fatto che il cavo in fibra ottica appaia ancora integro a tre anni dall’installazione, senza forti tensioni e perdite localizzate, suggerisce che la perforazione sia all’interno di un blocco di ghiaccio che non presenta significativi movimenti relativi interni, nonostante la progressiva formazione nelle vicinanze della perforazione di profondi crepacci che stanno caratterizzando la fisionomia dell’intero ghiacciaio.

Il modello matematico: un destino già scritto per l’Adamello

A partire dalle misure effettuate tramite le fibre ottiche, l’Università degli Studi di Brescia ha definito il modello matematico della dinamica del ghiacciaio dell’Adamello composto da un modello di bilancio energetico e di massa sulla superficie e da un modello termo-fluidodinamico del ghiacciaio.

Nel dettaglio le misure di accumulo nivale - effettuate in modo sistematico dalla metà degli anni Sessanta nel sistema idrografico del Sarca-Chiese-Oglio - mostrano una diminuzione compresa tra il 5% e il 6% ogni dieci anni rispetto al valore di 800 millimetri di equivalente in acqua misurati al di sopra del 2500 metri in aprile all’inizio del periodo di monitoraggio. Le temperature dell’aria misurate dal 1996 al 2022 presso la diga di Pantano d’Avio, ai piedi del Monte Adamello sul versante lombardo, sono aumentate di circa 0.4°C ogni dieci anni, con effetti molto gravi anche sul permafrost la cui fusione rende instabili le pareti rocciose, aumentando il pericolo per gli alpinisti. Il bilancio di massa calcolato nell’ultimo quindicennio marca una perdita media di quasi -2.2 metri all’anno di spessore equivalente in acqua, contro i -1.4 metri all’anno del quindicennio precedente. 

Come inevitabile conseguenza di questi fattori, l’estensione areale del ghiacciaio prosegue inesorabile. La superficie del ghiacciaio che nell’agosto 2007 misurava 15.7 km2 nell’agosto 2022 si era ridotta a 13.1 km2, con un ritiro dell’11% ogni dieci anni.

Le misure di bilancio di massa effettuate nel 2022 dai glaciologi lombardi e trentini attestano una perdita media di spessore più che doppia rispetto alla media calcolata dal 1995 al 2009 e in perfetta sintonia con i risultati del modello matematico ‘bresciano’, collaudato con successo anche per i ghiacciai del Karakorum. Questo modello, inizializzato con le misure di temperatura estiva e invernale – effettuate nel progetto ClimADA con la fibra ottica dal team del Politecnico di Milano nel foro del carotaggio dell’Università Bicocca - prevede che nell’ipotesi che il clima rimanga quello dell’ultimo trentennio, l’estensione del ghiacciaio dell’Adamello si riduca a pochi ettari a fine secolo. Se si assume che il riscaldamento globale sia quello previsto dagli scenari più ottimisti, corrispondenti a un riscaldamento contenuto al di sotto di 2.0°C rispetto al clima attuale, la sostanziale scomparsa del ghiacciaio avverrebbe prima del 2080.    

Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) se non verranno messe in atto le azioni di decarbonizzazione previste dall’accordo di Parigi le temperature in questa regione delle Alpi aumenteranno tra 2 e 3 gradi centigradi nel 2050 e di circa 5 gradi alla fine del secolo, determinando così la scomparsa del ghiacciaio dell’Adamello. La perdita di massa potrebbe subire un’accelerazione anche per effetto del continuo annerimento, visibile sulla superficie del ghiacciaio dell’Adamello, prodotta dal deposito delle polveri trasportate dal vento e dallo sviluppo di sostanze organiche che aumentano la predisposizione del Ghiacciaio ad assorbire la radiazione solare e a fondersi.


Attività sul territorio: sensibilizzare la popolazione sul cambiamento climatico

Fondamentale il lavoro di disseminazione dei risultati e di coinvolgimento del territorio, in particolare delle nuove generazioni. Comunità Montana Valle Camonica, ente gestore del Parco dell’Adamello, in collaborazione con SGL – Servizio Glaciologico Lombardo ha organizzato ben 10 conferenze aperte al pubblico e svolto lezioni nelle scuole della Valle Camonica per un totale di 1.000 studenti. Inoltre ha predisposto circa 30 uscite di rilievi sul ghiacciaio e analizzato oltre 2.000 scatti fotografici per realizzare dei confronti temporali del ghiacciaio dell’Adamello.


ClimADA è un’iniziativa co-finanziata da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, insieme a Edison e Valle Camonica Servizi Vendite. Partner del progetto sono, oltre a Fondazione Lombardia per l’Ambiente, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Brescia e la Comunità Montana Valle Camonica/Parco dell’Adamello.

Per maggiori informazioniwww.climada.eu

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Programma sperimentale “Spazi Condivisi”: assegnazione di alimenti e prodotti veterinari da assegnare a pastori ed allevatori proprietari di cani da protezione

Programma sperimentale “Spazi Condivisi”: assegnazione di alimenti e prodotti veterinari da assegnare a pastori ed allevatori proprietari di cani da protezione

La Comunità Montana di Valle Camonica - Servizio Parco Adamello e Tutela Ambientale - propone un intervento sperimentale finalizzato al sostegno ai pastori ed allevatori che intraprendono percorsi di riduzione dei conflitti tra attività antropiche e grandi carnivori (orso, lupo, lince) e all’incremento del benessere animale dei cani da protezione operanti nel territorio della Riserva della Biosfera MaB UNESCO “Valle Camonica – Alto Sebino” e dei Comuni aderenti al Consorzio B.I.M. di Valle Camonica, mediante assegnazione di alimenti (crocchette) e prodotti veterinari e gestionali.

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Contest fotografico Obiettivo Terra. Premio Mother Earth Day di 1000 euro

Contest fotografico Obiettivo Terra. Premio Mother Earth Day di 1000 euro

La Fondazione UniVerde presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio e la Società Geografica Italiana Onlus presieduta da Claudio Cerreti promuovono, verso la Giornata internazionale della Madre Terra (International Mother Earth Day) celebrata dalle Nazioni Unite ogni 22 aprile, il concorso di fotografia geografico-ambientale “Obiettivo Terra”, giunto alla XV edizione.

Obiettivo del contest, promosso con la main partnership di Haiki+ e con la digital partnerhip di Bluarancio, è diffondere la conoscenza del patrimonio ambientale italiano per favorirne la difesa e valorizzare i paesaggi, gli ecosistemi, i borghi, le peculiarità e le tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali custoditi dalle Aree Protette d’Italia, promuovendo la diffusione di un modello di turismo consapevole ed ecosostenibile e la trasmissione dei principi dell’economia circolare. Un omaggio all’Italia, Paese leader in Europa per la biodiversità di flora e fauna e a Madre Terra, sempre più martoriata da inquinamenti e cementificazioni.

Il concorso, che non ha fini di lucro, ha ricevuto negli anni prestigiosi riconoscimenti istituzionali quali: Medaglie e Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, il patrocinio dei Ministeri dell’ambiente, dell’agricoltura, degli affari esteri, del turismo e della cultura, di tutti i Parchi Nazionali italiani e di numerose altre Istituzioni, con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri.

Con oltre 16.000 scatti candidati in questi anni costituisce il più grande archivio fotografico nazionale sulle Aree Protette d’Italia.

La Giuria di ogni edizione è composta da autorevoli esponenti del mondo ambientalista: Fulco Pratesi (Presidente onorario WWF Italia); Luca Santini (Presidente Federparchi); Rosalba Giugni (Presidente Marevivo); Elena dell’Agnese (Presidente Associazione dei Geografi Italiani); Pier Luigi Sassi (Presidente Earth Day Italia); Alessandro Magrini (Presidente Assoc. Fotografi naturalisti italiani), Antonio Cianciullo (giornalista e scrittore), Letizia Palmisano (giornalista ambientale, social media e influencer strategist) e ogni anno sono invitate a farne parte note personalità tra le quali, nelle precedenti edizioni: Giuseppe Rovera (Giornalista e conduttore televisivo); Oliviero Toscani (Fotografo); Mario Tozzi (Geologo e conduttore televisivo); Mario Cucinella (Architetto e designer); Emanuele Biggi (conduttore televisivo e naturalista).

Testimonial di precedenti edizioni: l’attrice Anna Falchi; la giornalista e conduttrice televisiva Sveva Sagramola; l’inviato di Striscia la Notizia, Jimmy Ghione; la giornalista e conduttrice televisiva Donatella Bianchi; il giornalista e conduttore televisivo Alberto Matano; la giornalista e conduttrice televisiva Tessa Gelisio; la conduttrice radiofonica e autrice televisiva Federica Gentile e la conduttrice Rita Dalla Chiesa.

LA 15ª EDIZIONE DI "OBIETTIVO TERRA"

L’autore/autrice della foto vincitrice del primo premio “Mother Earth Day” riceverà un premio in denaro di mille euro e il fortunato scatto sarà esposto in gigantografia a Roma (o oggetto di attività di comunicazione equivalente) oltre ad essere immagine di copertina della pubblicazione dell’edizione vinta. Selezioni tematiche di foto potrebbero inoltre essere oggetto di mostre nazionali ed internazionali. Tra le più prestigiose ricordiamo quelle presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite in New York (2015, 2016 e 2017) e presso la FAO a Roma (2020).

Menzioni e Menzioni Speciali. Tra le foto candidate, saranno selezionate anche le vincitrici delle Menzioni per ognuna delle seguenti categorie:

- Alberi e foreste in collaborazione con il Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari Carabinieri;

- Animali in collaborazione con la Federparchi;

- Area costiera in collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera;

- Fiumi e laghi in collaborazione con la Federazione Italiana Canoa Kayak;

- Paesaggio agricolo in collaborazione con la Fondazione Campagna Amica;

- Patrimonio geologico e geodiversità in collaborazione con la Società Italiana di Geologia Ambientale - SIGEA;

- Turismo sostenibile in collaborazione con il Touring Club Italiano.

Per la XV edizione sono state istituite anche le Menzioni Speciali:

- Borghi (Premio alla più bella foto di un borgo situato all’interno di un’Area Protetta italiana, in collaborazione con “I borghi più belli d’Italia”);

- Obiettivo mare (Premio alla migliore foto subacquea scattata in un’area marina protetta italiana, in collaborazione con Marevivo);

- Stories (Premio alla più bella foto verticale di un’Area Protetta italiana*, in collaborazione con InflueXpert);

- Parchi dall’alto (Premio alla più bella foto di un’Area Protetta italiana scattata da un punto panoramico, dal cielo o anche con droni autorizzati, in collaborazione con Haiki+).

È istituito il Premio “Parco inclusivo 2024”, in collaborazione con FIABA Onlus eFederparchi, all’Area Protetta che si sia maggiormente distinta per favorire l'accessibilità e la fruibilità per le persone con disabilità e a ridotta mobilità.

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ClimADA: il 12 marzo la conferenza finale a Brescia

ClimADA: il 12 marzo la conferenza finale a Brescia

Fondazione Lombardia per l’Ambiente, capofila del progetto ClimADA, organizza un convegno internazionale per presentare, insieme ai partner coinvolti, i risultati conclusivi di progetto.

L’obiettivo è quello di illustrare la complessa evoluzione fisica, ecologica e morfologica del ghiacciaio dell’Adamello, il più esteso e profondo ghiacciaio del versante italiano delle Alpi, presentando la dinamica delle sue trasformazioni attuali e future nel contesto dell’impatto del cambiamento climatico sui corpi idrici e glaciali alpini.

Il progetto ha permesso di ricostruire la storia del ghiacciaio e dei suoi cambiamenti nell’ultimo millennio, valutando l’impatto antropico sull’ambiente fisico, chimico e biologico del corpomglaciale, studiando le trasformazioni del suo ecosistema e analizzandone la dinamica prevista nei prossimi decenni a seguito degli impatti attesi del cambiamento climatico in atto.

Nel corso del convegno verranno presentati i risultati delle analisi fisico-chimiche e biologiche delle carote di ghiaccio estratte dalla completa perforazione del ghiacciaio, del monitoraggio, tramitemfibre ottiche, delle temperature e delle deformazioni del corpo glaciale e della modellazione della sua evoluzione prevista in funzione di diversi scenari climatici. Accanto ai responsabili scientifici dei vari gruppi di ricerca impegnati nelle attività del progetto, interverranno al convegno anche esperti di altri paesi coinvolti in analoghi studi internazionali sui ghiacciai alpini.

ClimADA è un’iniziativa co-finanziata da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, insieme a Edison e Valle Camonica Servizi Vendite. Partner del progetto sono, oltre alla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Brescia e la Comunità Montana Valle Camonica/Parco dell’Adamello.

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1.860.000 euro dal Ministero dell'Ambiente per la Riserva della Biosfera

1.860.000 euro dal Ministero dell'Ambiente per la Riserva della Biosfera

Il MASE (Ministero dell'Ambiente, della Sostenibilità e dell'Energia) finanzia i Comuni e le scuole della Riserva della Biosfera Valle Camonica-Alto Sebino con contributi del valore di circa 1.860.000 euro complessivi.

Due i progetti interessati: al centro la lotta al bostrico e l’educazione ambientale delle nuove generazioni

La Comunità Montana di Valle Camonica, soggetto referente per il MASE - Ministero dell’Ambiente, della Sostenibilità e dell’Energia riceve in queste settimane due importanti contributi del valore di circa 1.860.000 euro complessivi. La motivazione? È l’ente gestore della Riserva della Biosfera Valle Camonica-Alto Sebino (una delle 20 in Italia, nel mondo sono 738) e questi si possono considerare i primi contributi dalla portata tanto importante riconosciuti al territorio da quando, nel 2018 in Indonesia, è stato inserito nella lista del programma UNESCO MaB - Man and Biosphere.
Una sorta di premio, quindi, per quanti – amministratori e non – hanno creduto nella bontà di un progetto tanto ambizioso legato allo sviluppo sostenibile del territorio e all’uso equilibrato delle risorse e che in questi anni lo hanno sostenuto con idee, azioni, iniziative.

Il primo contributo – quello più sostanzioso, del valore di oltre 1.800.000 euro – è erogato dal programma “Siti naturali UNESCO per il Clima 2023”, che finanzia interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici a favore di Comuni ricadenti, in tutto o in parte, nei siti UNESCO di interesse naturalistico.
Nella nostra Riserva della Biosfera a beneficiarne saranno i Comuni di Ponte di Legno, Temù, Edolo, Saviore dell’Adamello, Cevo, Berzo Demo, Paspardo, Cimbergo, Bienno, Berzo Inferiore e Pisogne, con interventi per la gestione forestale sostenibile attraverso azioni finalizzate al recupero e alla valorizzazione di boschi che negli ultimi anni sono stati flagellati dall’Ips Typographus (il bostrico dell’abete rosso).

I fondi arrivano dal mercato dei crediti di carbonio, un sistema in cui le aziende possono acquistare e vendere "crediti" che rappresentano la riduzione delle loro emissioni di gas serra, contribuendo così a mitigare i cambiamenti climatici. I crediti di carbonio rappresentano un'unità finanziaria equivalente a una tonnellata di diossido di carbonio (CO2), che viene permanentemente rimosso dall'atmosfera (carbon offset) o, alternativamente, di cui viene evitata l'emissione (carbon abatement/elimination). Le foreste, come il secondo più grande assorbitore di CO2 dopo gli oceani, possono generare tali crediti se gestite come progetti forestali sostenibili e certificati secondo standard internazionali. Il concetto alla base del mercato dei crediti di carbonio è di incentivare economicamente le aziende a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Ora il MASE decide di investire questi crediti per il patrimonio naturale UNESCO in Italia.

Nel caso della Riserva della Biosfera Valle Camonica-Alto Sebino questo programma ambizioso, viste le risorse messe a disposizione, offre l’opportunità di investire in un’operazione di miglioramento e adattamento forestale a seguito della proliferazione del bostrico. Questa problematica fitosanitaria – che ha colpito ettari di boschi in Valle Camonica e Alto Sebino – è anche la conseguenza indiretta dei danni causati dalla tempesta Vaia del 2018. Gli interventi proposti saranno quindi l’occasione per migliorare puntualmente l’assetto forestale di alcune aree dove si è verificata l’esplosione della problematica fitosanitaria e questo per rallentare l’espansione della stessa e per contribuire alla formazione di foreste sane e più resilienti per il futuro e quindi in grado di svolgere al meglio la loro funzione di assorbimento della CO2.

Allo stesso modo è arrivato dal MASE anche il secondo contributo di circa 39.000 euro, erogati nell’ambito del programma “Siti naturali UNESCO e ZEA per l’educazione ambientale” e destinati ad alcuni istituti Comprensivi del territorio che hanno risposto a un bando ministeriale e presentato proposte di percorsi di educazione ambientale per gli studenti legati a tematiche che spaziano dalla tutela e valorizzazione della biodiversità alla gestione dei rifiuti e loro raccolta differenziata.
Un’opportunità importante per gli Istituti Comprensivi e per gli studenti del comprensorio della riserva di Biosfera per poter conoscere e approfondire alcuni aspetti ambientali del territorio e, ancora una volta, la conferma che tra gli obiettivi che si pone una Riserva della Biosfera c’è quello di formare cittadini sensibili e consapevoli, a maggior ragione se si parla delle nuove generazioni.

È grande, quindi, la soddisfazione da parte di Comunità Montana di Valle Camonica: opportunità come queste sono la dimostrazione concreta del valore degli sforzi fatti per ottenere il riconoscimento quale Riserva di Biosfera del territorio della Valle Camonica-Alto Sebino, oltre che stimolo a proseguire con determinazione il percorso di integrazione uomo e ambiente, anche attraverso interventi di miglioramento ambientale che altrimenti sarebbe assai più difficile fronteggiare.


[Immagine: Canva]

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