Progetto Life Arctos

Il Parco dell’Adamello, con Deliberazione della Giunta escutiva della Comunità Montana di Valle Camonica n° 176 in data 04/10/2011, ha approvato lo “Schema di Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Provincia di Brescia, Provincia di Lecco, Provincia di Sondrio, Parco Nazionale dello Stelvio, Comunità Montana di Valle Camonica/Parco dell’Adamello, Comunità Montana Parco Alto Garda bresciano, Parco regionale delle Orobie bergamasche, Parco regionale delle Orobie valtellinesi per l’attuazione delle azioni previste dal progetto life09 nat/it/000160 arctos “conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”.

Il progetto Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico è un’iniziativa volta a favorire la tutela delle popolazioni di orso bruno (Ursus arctos) delle Alpi e degli Appennini e a sostenerne l’espansione numerica, attraverso l’adozione di misure gestionali compatibili con la presenza del plantigrado, la riduzione dei conflitti con le attività antropiche, l’informazione e la sensibilizzazione dei principali stakeholder.

Il progetto è attuato nell’ambito del programma finanziario della Commissione Europea LIFE + Natura.

Sulle Alpi il progetto prevede interventi in due ambiti territoriali distinti. Il primo include la principale area di distribuzione dell’orso, localizzata nella Provincia Autonoma di Trento, e le aree circostanti, dove la presenza della specie è limitata a individui in espansione. Il secondo ambito è costituito da un’ampia fascia ricadente nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, lungo il confine con la Slovenia nord-occidentale.

Sugli Appennini l’area di intervento comprende un’ampia fascia di territorio che include l’intero range dell’orso marsicano, sia le porzioni di presenza stabile, che quelle di collegamento ed espansione. Tale area è delimitata a nord dal Parco Nazionale dei Sibillini, a est dai Parchi Nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga e Majella, a sud dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e relativa Zona di Protezione Esterna, a ovest dal Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

Il progetto mira a conseguire i seguenti obiettivi:

  • identificare e implementare misure per una pratica zootecnica più compatibile con la presenza dell’orso;
  • valutare il rischio di trasmissione di patogeni dal bestiame domestico all’orso e mettere in atto misure compensative;
  • analizzare le attuali politiche di indennizzo dei danni da orso e identificare soluzioni innovative;
  • ridurre in maniera significativa l’incidenza dei danni da orso in aree selezionate;
  • incrementare la disponibilità trofica naturale nel settore appenninico;
  • gestire il fenomeno degli orsi confidenti/problematici;
  • elevare il grado di conoscenza della specie da parte dell’opinione pubblica.

Le azioni del progetto possono essere raggruppate in sei categorie principali:

  1. Interventi per una zootecnia più compatibile con la presenza dell’orso;
  2. Riduzione dei conflitti con le attività antropiche;
  3. Gestione delle risorse naturali di interesse per l’orso;
  4. Informazione e sensibilizzazione;
  5. Attività didattiche;
  6. Monitoraggio dell’efficacia delle azioni del progetto.

SCHEDA: L’ORSO BRUNO

L’ORSO BRUNO IN ITALIA

In epoca storica in Italia l’orso bruno era diffuso lungo l’intero arco alpino almeno fino all’inizio del XIX secolo. Attualmente, nel nostro Paese, oltre che nell’Appennino, dove è presente la sottospecie dell’orso marsicano, l’orso è presente nelle Alpi Centrali e Orientali.

Sulle Alpi Centrali la popolazione conta oggi una quarantina di individui: la presenza attuale è da attribuire al progetto di reintroduzione che, alla fine degli anni  novanta, ha riportato una decina di orsi provenienti dalla Slovenia nel Parco Adamello Brenta, nell’ambito di un progetto Life e ha permesso di “salvare” l’ultimo nucleo residuo presente sulle Alpi italiane. Dal progetto di reintroduzione la popolazione è in espansione e, oltre all’area di presenza stabile e continua del trentino occidentale, il plantigrado ha fatto la sua comparsa nelle regioni limitrofe, Lombardia compresa, nella vicina Svizzera, arrivando in un caso fino in Germania.

Altri orsi sono presenti nelle Alpi orientali, individui in dispersione dalla vicina Slovenia dove è presente la più consistente popolazione Dinarico – Balcanica.

L’ORSO BRUNO IN LOMBARDIA

In Lombardia negli ultimi anni la specie è stata segnalata ogni anno, in modo discontinuo, nei territori montani delle province di Bergamo, Brescia e Sondrio, con uno o, al massimo, due esemplari all’anno. Il 2012 è stato un anno particolare che ha visto la presenza di cinque diversi esemplari, mentre nel 2013 l’orso è arrivato per la prima volta anche in provincia di Lecco.

Anche il 2014 ha visto la presenza certa di un orso che sta frequentando la Valtellina e la vicina Svizzera e di un esemplare che è stato avvistato, senza creare alcun danno, in Comune di Cedegolo, di Paspardo e di Cimbergo nel Parco dell’Adamello.

Si tratta per ora di giovani maschi in dispersione, che esplorano territori nuovi,  percorrono lunghe distanze in breve tempo e poi solitamente ritornano nell’area trentina, dove sono presenti stabilmente le femmine.

CONFLITTI CON L’UOMO

La risoluzione dei conflitti tra l’orso e l’uomo rappresenta un passaggio imprescindibile per garantire una conservazione duratura alla specie. La dieta dell’orso è principalmente vegetariana e basata su frutta, piante erbacee, funghi o tuberi. La carne compare in minima percentuale, prevalentemente rappresentata da insetti e da carcasse. Tuttavia l’orso, in particolare se più confidente nei confronti dell’uomo, può talvolta predare anche il bestiame domestico o cercare il miele contenuto nelle arnie, specialmente se tale fonte di cibo è facilmente disponibile.  È da tali situazioni che nasce il conflitto uomo-orso ed è proprio l’uomo la principale minaccia per la specie, sia diretta con episodi di bracconaggio che alla base vedono principalmente il conflitto tra la presenza della specie e le attività umane, che indiretta, a causa del disturbo arrecato dal turismo, dall’apertura al pubblico di strade forestali che consentono l’accesso fino al cuore dei territori della specie e degli sport invernali che possono disturbare il delicato periodo di ibernazione invernale.

SCHEDA: IL PROGETTO LIFE ARCTOS

Nonostante gli esiti finora positivi del progetto di reintroduzione dell’orso, il ritorno definitivo della specie sulle Alpi è incerto e il suo futuro è fortemente legato alla sviluppo di una cultura di convivenza tra uomini e orsi.  Per questo Regione Lombardia nel 2010 ha avviato insieme ad altri 9 partner il progetto Life ARCTOS, un progetto finanziato dalla Commissione Europea, e dedicato alla gestione dell’orso bruno sulle Alpi e sugli Appennini..

Grazie a questa iniziativa Regione Lombardia si sta dotando di strumenti e protocolli per trovare soluzioni di possibile convivenza tra orso e attività antropiche.

Il progetto si è chiuso nel 2014 e Regione Lombardia ha realizzato diverse azioni concrete, grazie anche alla collaborazione di diversi enti e soggetti interessati dalla presenza dell’orso: le Province di Bergamo, Brescia, Sondrio e Lecco e i Parchi dello Stelvio, Adamello, Alto Garda Bresciano, Orobie bergamasche e Orobie valtellinesi e il Corpo Forestale della Stato . Sono stati distribuiti recinti elettrificati in comodato d’uso gratuito a protezione di greggi e apiari e in coinvolte alcune aziende agricole nella sperimentazione, sono stati realizzati più di 50  incontri di informazione presso la popolazione e di formazione rivolti ad allevatori ed agricoltori sui metodi di prevenzione dei danni ed è stata attivata una  collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato perché eventuali segnalazioni di presenza dell’orso possano essere fatte direttamente al numero verde per le emergenze ambientali 1515. Sono state inoltre definite procedure standard e coordinate a livello alpino per il monitoraggio e per eventuali interventi di emergenza: 120 persone afferenti al personale di polizie provinciali, parchi regionali e Corpo forestale hanno avuto una preparazione specifica sul monitoraggio e 75 sulla gestione degli interventi in caso di orsi problematici, così come previsto dal PACOBACE (Piano d’Azione per la Conservazione dell’orso bruno nelle Alpi Centro Orientali). Ampio spazio è stato dato alle attività di informazione rivolte alle popolazioni locali, ai turisti e alle scuole sulla biologia della specie e sulla reale pericolosità nei confronti dell’uomo. L’Orso è un animale potenzialmente pericoloso, che può attaccare, soprattutto se provocato e colto alla sprovvista. Incontrarlo è un’ esperienza rara, fugace ed emozionante; tuttavia è estremamente importante seguire degli accorgimenti per evitare di spaventarlo e provocare, specie in presenza di femmine con i piccoli, delle reazioni di difesa.

Un altro tassello importante per la diminuzione dei conflitti è la polizza che Regione Lombardia ha attivato per l’indennizzo dei danni da grandi predatori, che prevede il risarcimento dei danni arrecati da orso, lupo e lince ad animali e cose su tutto il territorio regionale per un massimo di ? 4.500 per sinistro elevati a 6.500 per i danni alle strutture dedicate all’apicoltura . Per i danni agli animali la polizza risarcisce inoltre il costo dello smaltimento delle carcasse degli animali predati e paga una indennità supplementare del 15% del costo di acquisto dei capi quale risarcimento per lo stress subito dagli altri animali a causa dell’atto di predazione.

L’orso è un prezioso elemento della biodiversità delle montagne italiane, un simbolo di integrità e qualità ambientale ed un forte elemento di richiamo turistico. La convivenza con l’uomo va promossa e costruita con impegno e lungimiranza, affinché uomini e orsi, possano ritornare a popolare le nostre montagne così da poter tramandare alle generazioni future questo patrimonio di natura, cultura e attività tradizionali.

Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili nel sito www.life-arctos.it

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